Nome d’arte di Luisita Barzizza (Sanremo, 1929). Figlia del direttore d’orchestra Pippo Barzizza, fu Macario che la lanciò nel mondo del teatro, al termine degli studi liceali. Macario chiese al padre di Isa di farla debuttare in una sua rivista. Il padre accettò a patto che fosse sempre seguita da una governante e debuttò con “Follie d’Amleto” (1947). Dotata di un fisico avvenente e di una spigliata ironia, divenne molto presto una delle beniamine del teatro leggero del dopoguerra. Il suo secondo padrino fu Totò, dal quale imparò tutti i segreti del mestiere: dal rapporto diretto con il pubblico ai tempi comici, dalla mimica all’uso dello spazio sul palcoscenico. Con Totò, primo di 11 film, debuttò al cinema con “I due orfanelli” (1947), oltre a una trentina di film coi maggiori comici italiani. Dopo aver lavorato con Garinei e Giovannini, il 3/1/1954, giorno d’inizio dei programmi ufficiali, la RAI trasmise “Osteria della posta” di Goldoni nel quale era l’attrice protagonista. Nel 1957, a soli 28 anni, interruppe la carriera in seguito alla morte del marito. Agli inizi degli anni ‘60 fondò una società di doppiaggio. Tornò a teatro nei primi anni ‘90, in commedie di Gigi Proietti, Mario Monicelli e Michele Placido. Nel 1995 partecipò al Festival di Spoleto con “L’ultimo yankee” di Arthur Miller. Nello stesso periodo è tornata a lavorare anche al cinema e alla tv partecipando ad alcune serie Rai. Tra gli ultimi impegni, “Una sconfinata giovinezza” di Pupi Avati e la serie tv “L’isola” di Alberto Negrini (2010).
L'omaggio video di Visionaria a Isa Barzizza