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Sorrentino

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PAOLO SORRENTINO, BIOGRAFIA  

(aggiornata al dicembre 2008)

Paolo Sorrentino è nato a Napoli il 31 maggio 1970. Inizia a scrivere per il cinema (vince il premio Solinas, nel 1997, con Dragoncelli di fuoco, collabora alla sceneggiatura di Polvere di Napoli diretto da Capuano l’anno seguente, scrive il copione di La voce dell’amore che Michele Placido avrebbe dovuto dirigere) e per la televisione (portano la sua firma alcuni episodi della prima serie televisiva La squadra prodotta dalla Rai). Contemporaneamente, passando dietro la macchina da presa, realizza alcuni cortometraggi (dopo Un paradiso, del 1994, selezionato per partecipare a un festival di corti promosso da Ciprì e Maresco, dirige L’amore non ha confini, 1998, e La notte  lunga, 2001). Dal corto passa quindi al lungometraggio: L’uomo in più (2001), del quale è anche sceneggiatore, presentato felicemente nella competizione ufficiale alla Mostra del Cinema di Venezia, vince vari premi (tra cui il Nastro d’argento come migliore opera prima, il Ciak d’oro per la migliore sceneggiatura e la Grolla d’oro al protagonista Toni Servillo, oltre a tre candidature al David di Donatello). Sono i primi riconoscimenti in Italia e all’estero di un regista che si afferma subito come uno dei più talentuosi autori del giovane cinema italiano, che struttura le sue storie partendo da una traccia narrativa realisticamente precisa per poi scomporla, allontanandosi dalla realtà attraverso la messa in scena. Ancora più numerosi sono i riconoscimenti che riceve per Le conseguenze dell’amore (2004), in concorso a Cannes 2004 e a diversi altri festival europei e non, vincitore di 5 David di Donatello, 4 Nastri d’argento, 5 Ciak d’oro, 3 Globi d’oro. Dopo aver preso parte, in un cammeo, a Il caimano di Nanni Moretti, con L’amico di famiglia (2006), presentato in concorso al Festival di Cannes, Sorrentino definisce ulteriormente la sua poetica e la sua originale pratica filmica. A Cannes, vincendo il premio della Giuria (e ricevendo successivamente cinque nominations agli European Film Awards) torna due anni dopo con Il divo (2008), incentrato sulla figura di Giulio Andreotti (che va ad aggiungersi a quella degli altri suoi personaggi, sempre a metà tra l’estrema ordinarietà e la straordinaria stravaganza, a cui la sua penna prima e la macchina da presa poi riescono a dar vita), con cui Sorrentino è riuscito ad arrivare al cuore di critica e pubblico.

 

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