Terra di transito
di Paolo Martino (Italia-Svezia 2014, colore, 54’, v.o. sott. it. - documentario)
Soggetto: P. Martino, Valentina Brinis, Valentina Calderone. Fotografia: Andrea De Biasi. Montaggio: Matteo Cusato. Musica: Flavio Perrella. Interpreti: Rahell Ali Mohammad. Produzione: A Buon Diritto in collaborazione con Istituto Luce–Cinecittà.
Giovane documentarista e reporter, Paolo Martino si racconta così: “A lungo ho viaggiato alla scoperta delle rotte che dall’Asia e dal Medio oriente portano in Europa, documentando i passi dei migranti forzati, i rifugiati, nomadi del terzo millennio. Su quelle strade si intrecciano incredibili storie di fuga, sullo sfondo di scenari esotici, paesaggi aridi, colori orientali. Rientrato in Italia ho scoperto che nel nostro Paese, ponte tra continenti, convergono molte di quelle storie: non per arrestare la lunga corsa, ma solo per tirare il fiato e poi portarsi avanti”.
Anche Rahell, curdo iracheno rifugiato in Siria, come migliaia di suoi coetanei in fuga dalla guerra ha intrapreso un faticoso viaggio verso l’Europa senza visti né passaporto, tentando di raggiungere alcuni familiari che vivono in Svezia. Arrivato in Italia, però, si accorge che il regolamento di Dublino impone ai richiedenti asilo di risiedere nel primo paese d’ingresso in Unione europea. Così l’Italia, ostile, depressa, non rappresenta altro che una “Terra di transito” dove lasciare le proprie impronte digitali e forse ogni speranza. Questo film ne è una testimonianza diretta, sconvolgente.